lunedì 4 aprile 2011

3) L'ULTIMA NOTTE INSIEME


La stavo riportando a casa, il silenzio pesava come un macigno nell'abitacolo del furgoncino, ogni tanto si voltava verso di me e scrutava il mio viso, sentivo i suoi occhi fissi su di me... sembravano voler penetrare all'interno della mia mente per capire che cosa stessi pensando. 
La mia testa era ancora satura della scena di quella sera... <non è per te questa vita Bella!> continuavo a ripetere tra me e me... Già troppe volte avevo messo a repentaglio la sua esistenza... ero come una spada di Damocle sospesa perennemente sulla sua testa, in pochi mesi già si era trovata faccia a faccia con la morte almeno tre volte e sempre per colpa mia... non poteva continuare ad andare avanti così.
Grazie al mio brusco intervento un taglietto da niente per cui sarebbe bastato un semplice cerotto si era trasformato in una vera e propria catastrofe... Carslile aveva dovuto rimuovere parecchie schegge di vetro dal suo braccio  e metterle dei punti di sutura per chiuderle la ferita... per non parlare di mio fratello che sarebbe vissuto a lungo col rimorso di quello che avrebbe potuto farle.
Mentre ci avvicinavamo alla casa vidi la luce della Tv accesa disegnare ombre sull prato di fronte, segno che Charlie era ancora sveglio e la stava aspettando.
 Scesi dal furgone ed andai ad aprirle la porta, avrei voluto salutarla in fretta e correre subito a casa, non riuscivo a perdonarmi per quello che era successo, ma sembrò leggere nei miei pensieri, mi chiese di rimanere con lei quella notte, volevo ribattere ma fece leva sui miei sensi di colpa, chiedendolo come regalo per il suo compleanno.
 Comodo ricordarlo solo quando le andava bene ... ma non avevo la forza necessaria per mettermi a discutere con lei, non  quella sera, quindi, l'aiutai a prendere le scatole dei regali, le sfiorai le labbra con un bacio e poi mi diressi sul retro della casa, l'avrei aspettata in camera sua. 




 In un balzo fui nella sua camera... Ero depresso, stavo ancora pensando a quello che stava per succedere poco prima... La sentii entrare in casa... salutò suo padre, gli fece un rapido resoconto della festa e poi mi raggiunse.
  Si accorse subito del mio umore tetro, e cercò di consolarmi dicendomi che non era stata colpa mia ma della sua estrema goffaggine, ma sapevamo entrambi che se io non fossi stato quello che sono certe cose non sarebbero successe o perlomeno avrebbero avuto un esito diverso.
 Mi tolse i regali che ancora stringevo tra le braccia e si accoccolò al loro posto, poi prese un pacchettino lungo e stretto, fece per scartarlo...  la precedetti e strappai la carta al posto suo, non volevo altri incidenti per quella sera.
 Era il regalo di Carslile ed Esme, due biglietti aerei per Jacksonville, così saremmo potuti andare insieme a trovare sua madre, sapevo quanto le mancasse ed anche Esme l'aveva capito... ero certo che fosse stata una sua idea.. era contentissima di quel regalo, avessi saputo della sua reazione avrei fatto in modo che lo scartasse davanti a loro, ne sarebbero stati così felici.
 Passò al pacchetto successivo, era il mio regalo, lo scartai, guardò la custodia che conteneva il cd e mi guardò con aria perplessa,  glielo presi di mano, lo inserii nel lettore e feci partire la musica, ascoltò incantata la melodia e dai suoi occhi iniziarono a scorrere le lacrime.
“E' il regalo più bello che potessi farmi” mi disse estasiata, se avessi saputo di queste reazioni di fronte ai suoi regali gliene avrei fatti altri.
 Iniziava ad essere molto tardi, la giornata era stata molto lunga, la sollevai tra le braccia e la sdraiai dolcemente sul letto coprendola con il plaid... mi sorrise e mi chiese un bacio.
“Sei incontentabile oggi!!”
 La strinsi tra braccia, le mie labbra sfiorarono le sue, e poi non riuscii a frenarmi, il desiderio di lei era troppo intenso, mi bruciava più che l'arsura in gola, le dischiusi le labbra e la baciai come non avevo mai osato fare, avrei voluto morire lì, in quel momento, abbracciato a lei, ma non sarei morto... a me non era concesso neppure questo!
 Mi staccai... ancora frastornato tra il desiderio di lei e la brama di dare pace alla mia gola in fiamme... quella notte sarebbe stata la più difficile della mia vita.
 Stava dormendo, il suo braccio ferito appoggiato sul mio petto era caldo e pulsava, sicuramente le stava facendo molto male.
 Stesa vicino a me, sentivo il suo calore attraverso la coperta che l'avvolgeva, ma la mia testa era lontana, stavo pensando a quel primo giorno, quando il suo destino si era incrociato con il mio... come avrei potuto scordarmene... volevo ucciderla, avevo pensato mille modi per farlo e poi presi la decisione giusta e scappai lontano da lei, peccato non essere riuscito a mantenere i miei propositi, avrei evitato tante inutili sofferenze a tutti.

Ad un tratto tutto divenne chiaro, sapevo esattamente che cosa avrei dovuto fare... me ne sarei andato lontano da lei e questa volta sarebbe stato per sempre, aveva il diritto di vivere come una persona normale, non poteva continuare a rischiare la sua vita per stare con me.
Avrei parlato con la mia famiglia appena fossi tornato a casa, sicuramente Alice avrebbe avuto una delle sue visioni e sarebbero stati tutti ad aspettarmi.

2) IL PARTY

 Finalmente scorsi l'ansa del fiume dietro cui si celava la nostra casa, eravamo quasi arrivati, ancora poche centinaia di metri e... sbarrai gli occhi per la sorpresa... gli alberi che circondavano la proprietà erano stati  ricoperti di lucine colorate che riflettevano un'atmosfera irreale sulla foresta circostante.
 Parcheggiai il pick-up nel grande spiazzo antistante la casa, la scala che conduceva al grande portone d'entrata era invasa di vasi di cristallo colmi di rose, guardai Bella e notai che era rimasta a bocca aperta, le aprii la porta e le  feci strada all'interno della casa, potevo sentire nella mia mente l'ecitazione dei miei famigliari, per noi era inusuale poter festeggiare un compleanno e quindi tutti erano impazienti di iniziare quella festa... l'unica che si sentiva a disagio sembrava proprio essere la nostra festeggiata che continuava a guardarsi intorno ed a stropicciarsi le mani.


Quando entrammo nel salotto erano tutti lì ad aspettarci “BUON COMPLEANNO BELLA!” esclamarono all'unisono.
 La grande sala era satura del profumo delle rose, sul pavimento erano state disposte centinaia di candele accese che col loro fiocco bagliore illuminavano la stanza dando a tutta la scena un aspetto fiabesco.
 Al centro del tavolo, circondata da una montagnola di regali avvolti in carta argentata, troneggiava la torta di compleanno più grande che avessi mai visto.
Dovevo ammettere che quando mia sorella decideva di organizzare una festa non c'era nessuno che potesse competere con lei!
 Mi voltai verso Bella per vedere l'effetto che aveva su di lei tutta quella scena, era tutta rossa dall'imbarazzo.. le strinsi la mano cercando di farle coraggio... si voltò verso di me e mi sorrise... Forse mi stavo sbagliando ma mi sembrò che in fondo anche lei si stesse divertendo.
 Esme e Carslile si fecero avanti per primi e la abbracciarono dietro di loro c'erano Rosalie e Emmet, lui le sorrise e la prese un po' in giro, mentre Rosalie fu sgarbata come al solito, prima o poi le avrei fatto vedere io se non avesse imparato come trattarla... era veramente insopportabile! non avevo mai capito il perchè Carslile avesse deciso di trasformarla,era sempre stata una ragazza superficiale e piena di sè!
 Alice si avvicinò saltellando e l'abbracciò lasciando Jasper un po' indietro, il mio fratellino aveva ancora un po' di problemi con i mortali, come biasimarlo, noi eravamo molto più allenati di lui a resistere alle tentazioni del sangue umano.
“Ed ora i regali!” esclamò Alice con la sua voce argentina.
 Andò verso la pila dei pacchi e porse a Bella un pacchetto voluminoso dicendole che era da parte di Rose, Emmet e Jasper, prese il grande pacco tra le braccia ringraziò e agitò la scatola per capire che cosa contenesse, Jasper, ansioso di sapere cosa ne pensasse le disse che era un impianto stereo nuovo per il suo pick-up. 

“Veramente più che l'autoradio dovresti sostituire il furgoncino.. ormai è un pezzo d'antiquariato” le disse, da lontano giunse la risata di Emmet che nel frattempo era andato a montarlo.
 Si era subito messa sulla difensiva tessendo le lodi del suo vecchio Chevy come se stesse parlando di un vecchio amico. Chissà che cosa ci trovava mai in quell'ammasso di ferraglia!! era arrivato il turno del regalo mio e di Alice!. 
“non ti arrabbiare, niente di costoso proprio come volevi tu”.
Strappò la carta argentata che avvolgeva il regalo e...una minuscola goccia di sangue cadde sul tappeto immacolato, no.. non era possibile.. si era tagliata con la carta!!! Nel giro di un secondo la situazione precipitò.
Vidi mio fratello lanciarsi su di lei come un leone sulla preda, cercai di trattenerlo, ma niente riesce a fermare una belva affamata, scivolò tra la presa delle mie braccia
 “Jasper stai lontano da lei!!” la lanciai oltre il tavolo per metterla in salvo, mentre Emmet cercava di trattenerlo con tutte le sue forze.
 Bella cadde rovinosamente sul tavolo e trascinò con se tutti i bicchieri e le coppe di cristallo che si trasformarono in migliaia di schegge acuminate... il sangue sgorgava dal suo braccio e tutti noi pur volendole bene, eravamo costretti ad allontanarci da lei.
 La sete ci stava ardendo vivi, sentivo i pensieri di tutti i miei famigliari... li spinsi ad uscire in fretta dal salone,  se fossero rimasti ancora un secondo in quella stanza Bella avrebbe avuto a che fare con sei predatori affamati.
Rosalie ed Emmet trascinarono fuori Jasper cercando di metterlo in ragione, anche Esme e Alice li seguirono incapaci di resistere ancora a lungo all'odore dolce del suo sangue.
 Solo Carslile era tranquillo, lui aveva imparato a combattere la sete, nel suo lavoro ogni giorno aveva a che fare col sangue umano e grazie al suo autocontrollo era riuscito a diventare un ottimo medico ed a salvare molte vite umane. Mio padre era una persona meravigliosa, avrei tanto voluto essere come lui.
 Sentivo la mia gola urlare per il bruciore, sentivo la voce nella mia mente, avrebbe voluto che seguissi il richiamo del mio istinto, ma non volevo uscire, potevo resistere, dovevo resistere!! 


Sarei voluto rimanere li con lei ma Carslile si accorse di quanto era difficile per me controllarmi in quel momento, quindi, mi spinse ad andare a cercare mio fratello.
“ Jasper in questo momento starà maledendo se stesso per la reazione che ha avuto” disse mio padre.
 E fa bene... pensai tra me e me... avrei voluto ribattere ma non ne avevo la forza, ero troppo sconvolto al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere.

 Vagai per il giardino come una belva in gabbia alla ricerca di Jasper, la rabbia faceva ribollire il veleno nelle mie vene, avrei voluto combattere con lui, sfogare la mia ira fino a staccargli gli arti a morsi.
 Il giardino che prima mi era sembrato un luogo di sogno ora era diventato un luogo di caccia, un suono rauco mi usciva dalla gola, se avessi  trovato Jasper gli avrei insegnato io una volta per tutte a dominare i suoi istinti.

 Lo trovai... si era andato a nascondere nella parte più fitta dei cespugli... mi avvicinai guardingo, ancora non mi aveva notato, era troppo preso dal suo senso di colpa per accorgersi di me... “bravo, fai bene a sentirti in colpa, possibile che non riesci ancora a dominare la tua natura?” ero al culmine della mia ira mi piegai sulle ginocchia pronto a balzargli addosso.
... si girò... mi aveva visto... il suo viso era una maschera di dolore, lo guardai negli occhi e tutta la mia furia svanì.
“Ciao Edward”
“Ciao Jas”
“scusami Edward... veramente … quando ho sentito l'odore del suo sangue... beh ecco.. non sono forte come voi, la mia vita passata ha preso il sopravvento... non oso pensare che cosa avrei potuto fare se tu non mi avessi trattenuto!!! Edward.. mi dispiace, non so che altro dire.. come sta Bella? Pensi che potrà mai guardarmi negli occhi senza ripensare a quello che stavo per farle?”
 “No Jas.. scusami tu.. anzi devo chiedere scusa a tutti voi, non avrei mai dovuto permettere che lei si avvicinasse a noi... è tutta colpa mia... sono io che continuo a metterla in queste situazioni... se non mi fossi  messo con lei tutto questo non sarebbe mai successo!!”
“davvero Edward, ti capirei se non volessi più rivolgermi la parola dopo questa sera..”
  Lo consolai per un po' e lo strinsi in un abbraccio... povero Jasper, chissà per quanto tempo avrebbe rimuginato su questa storia!

1) 18 ANNI


Finalmente il gran giorno era arrivato, Bella compiva 18 anni, non vedevo l’ora di rivederla, quella notte, contrariamente al solito, non l’avevo passata con lei, ero andato a cacciare insieme ai miei fratelli, ero sempre in ansia quando non le stavo vicino... aveva una straordinaria capacità nel mettersi nei guai.
 La stavo aspettando nel parcheggio della scuola, c’era anche Alice con me, non stava più nella pelle dall’eccitazione, pensava in continuazione alla festa che le stava organizzando...  avrebbe dovuto vederla... saltellava da un piede all'altro, non riusciva a stare ferma un momento, quando faceva così provavo l'istinto di strozzarla.
 Tra le mani stringeva un pacchetto per Bella, non mi aveva dato ascolto, nonostante le avessi detto mille volte che non desiderava festeggiare lei aveva fatto di testa sua.. adoravo mia sorella, con lei avevo un rapporto speciale,  non c'era bisogno di  parlare tra di noi, bastava uno sguardo.. ma certe volte era insopportabilmente testarda!... non conosceva il significato della parola no.
 Il  pick-up di Bella arrancava sulla strada bagnata che porta a scuola, sentivo lo sferragliare del motore, ancora pochi secondi e finalmente avrei potuto stringerla a me, non riuscivo a capacitarmi di come potevo aver vissuto un'intera esistenza senza lei... da quando avevo visto il suo viso per la prima volta non ero più stato lo stesso uomo di prima, era come se mi fosse stato fatto il lavaggio del cervello.

Una volta passavo molto tempo a caccia, mi divertivo, più la preda era difficile e più stimolava la mia brama per il suo sangue.
 Da quando l'avevo conosciuta stavo via il minimo indispensabile, mi nutrivo del primo animale che mi capitava sotto tiro e poi tornavo correndo da lei, con grande disapprovazione dei miei fratelli che ormai evitavano di chiedermi di andare con loro per non rovinarsi il piacere.
 Parcheggiò il furgoncino e voltandosi ci scorse, mi guardava con gli occhi sbarrati per la sorpresa come se fossi la cosa più bella di questo mondo. Pensai che non mi sarei mai abituato a quei suoi sguardi.
 Alice le corse incontro urlando... “ciao Bella, Buon compleanno!”. Le fece segno di tacere, ma lei la ignorò e le chiese impaziente “il mio regalo lo apri adesso o più tardi?” “niente regali!” le sentii dire borbottando, poi mi lanciò un’occhiataccia, io non avevo nessuna colpa, lo sapeva anche lei che alla mia sorellina non si poteva assolutamente nascondere nulla. 

Le raggiunsi e presi la sua mano stringendo dolcemente le sue dita le intrecciai alle mie mentre con la mano libera sfiorai i tratti del suo volto “quindi, come stabilito, ho il divieto di augurarti buon compleanno, ho inteso bene?”
“Hai inteso benissimo”
 Avrebbe dovuto essere felice quello era un giorno importante per lei, ogni altra persona al suo posto avrebbe fatto salti di gioia ma lei no anzi, non riuscivo proprio a capire questo suo atteggiamento...  quanto la invidiavo in quel momento! non immaginava che fortuna era crescere ed invecchiare insieme alle persone che amava. Io sarei rimasto intrappolato per sempre nel mio corpo di diciassettenne, non avrei potuto mai fare con lei quello che qualsiasi uomo farebbe con la sua amata perché avrei rischiato di ucciderla.
 Ogni tanto mi ritrovavo a pensare a come sarebbero stati   nostri figli se solo fossi stato “normale” ma non avrei mai potuto conoscere la gioia di diventare padre. Lei non poteva capire che frustrazione fosse per me starle vicino senza poterla amare come avrei voluto.
Salutammo Alice che continuava ad insistere sulla festa, e ci dirigemmo alla nostra aula, quell'anno ero riuscito ad ottenere di frequentare i suoi stessi corsi, così da poter stare sempre con lei, non volevo che Mike Newton continuasse a ronzarle attorno, si era persino sistemato i capelli come me pur di farsi notare da lei... ma lei era mia!
Le ore di lezione non passavano più... quante volte avevo già ascoltato quelle stesse cose e quanto ne sapevo più dei professori stessi, avere sempre la stessa età però poteva essere anche vantaggioso sotto certi aspetti... mentre il professore spiegava io mi potevo perdere nei miei pensieri.
 Durante l’intervallo raggiungemmo Alice nella sala della mensa e ci sedemmo in fondo al solito tavolo, ora che i miei fratelli più grandi non frequentavano più la scuola gli altri studenti si sentivano meno minacciati dalla nostra presenza ed io e mia sorella riuscivamo a star seduti allo stesso tavolo degli altri suoi amici anche se un po’ distanziati da loro. Sapevo quanto la irritava il loro modo di fare nei nostri confronti ma era una reazione normale, solo lei non aveva mai compreso il pericolo che correva continuando a frequentarci... non volevo che se la prendesse... a me andava benissimo così.. L’importante era poter restare vicino a lei, degli altri non mi importava nulla.
 Alice continuava a parlare a raffica della festa che  stava organizzando mentre lei mi guardava con aria supplicante, ma sapeva benissimo che quando mia sorella si metteva in testa una cosa non c’era niente e nessuno che potesse fermarla, era come un vulcano in piena eruzione.
Aveva persino parlato con la signora Newton per farle cambiare il turno al negozio di articoli sportivi dove lavorava, che frustrazione era per me vederla lavorare al fianco di quel verme di Mike, quel tipo proprio non lo sopportavo.
 Se solo avesse accettato i miei soldi non avrebbe avuto bisogno di lavorare e avremmo potuto passare insieme anche quei momenti ma lei non ne aveva mai voluto sapere... se solo fossi riuscito a leggere quello che passava nella sua mente... perché tra tutta la gente su questa terra proprio lei doveva essere immune ai miei poteri? stavo ancora rimuginando nei miei pensieri quando udii il suono della campanella, per quel giorno le lezioni erano finite.

Radunai in fretta i miei libri ed uscimmo dall'edificio.
 Dovemmo prendere il suo vecchio Chevy per andare a casa sua, la mia auto era servita ad Alice, volevo guidare io ma lei non ne aveva voluto sapere, non aveva parlato per tutta la strada, salvo qualche battuta sprezzante, mi faceva sorridere quando si comportava così, sembrava una bambina capricciosa. Non riuscivo proprio a capire che le stava succedendo!
Attirai il suo viso verso di me e la baciai. Le sue labbra erano sulle mie, il bruciore della mia gola aumentava sempre di più, nonostante mi fossi nutrito da poco, la baciai e bruciai.. ed era giusto che fosse così, avevo osato quello che nessun membro della mia specie aveva osato mai, mi ero innamorato di una fragile umana, ero letteralmente affogato nel mare dei suoi dolcissimi occhi scuri.
 Il suo cuore come un uccellino impazzito, sembrava  volesse schizzare fuori dal suo corpo... Dovevo allontanare le mie labbra dalle sue, dovevo concedere una tregua al martellare del suo cuore e soprattutto alla mia gola in fiamme.
Nonostante tutto l'amore che provavo per lei la brama del suo sangue era sempre troppo forte, avrei voluto poterla baciare all'infinito, ma sapevo che prima o poi avrei potuto perdere il controllo.. credevo che col tempo il desiderio che provavo nei confronti del suo sangue si sarebbe attenuato, invece ogni volta che mi avvicinavo a lei dovevo combattere una grande battaglia con la metà oscura di me stesso per evitare di ucciderla.
Che razza di animale poteva desiderare di uccidere l'oggetto del suo amore? Solo il mostro che era in me.
 Aveva voluto fermarsi a casa per vedere Giulietta e Romeo, ormai doveva saperlo a memoria ma quel giorno era la sua festa ed io non riuscivo a negarle nulla quindi mi sedetti sul divano e la guardai mentre inseriva il disco nel lettore dvd, poi venne a sedersi vicino a me, la coprii col plaid per isolarla dal gelo del mio corpo ed iniziammo a vedere il film.
 L' avvolsi stretta tra le mie braccia ed iniziai a baciarle i capelli, sentivo i battiti del suo cuore accelerare ogni volta che le mie labbra la sfioravano... quanto mi piaceva la reazione del suo corpo ad ogni mio tocco... iniziò a lamentarsi che così facendo la distraevo, allora iniziai a sussurrarle all’orecchio le battute di Romeo, ben sapendo che questo non faceva che peggiorare le cose, ma sentii finalmente il suo corpo rilassarsi contro il mio.
 Non mi stava particolarmente simpatico quel Romeo... come faceva a dirsi innamorato di una persona e 10 minuti dopo morire d'amore per un altra? Come dimentica in fretta la mente umana!
Il film stava per terminare, Romeo diede un ultimo bacio a Giulietta, ignaro che stesse solo dormendo, poi inghiottì la pozione di veleno, acquistato quando venne a sapere della morte della sua amata.... pronunciò poche frasi e morì...
“in un certo senso lo invidio!” borbottai tra me e me
“in effetti lei è molto carina”
 Come facevano a venirle in mente simili assurdità! ancora non si rendeva conto che per me non esisteva nessuna altra  donna all'infuori di lei?
“non gli invidio affatto la ragazza bensì il suo essere mortale, il fatto che gli basti inghiottire una semplice fiala di veleno per porre fine alle sue sofferenze”
 Come avrei voluto avere la sua stessa possibilità, per i membri della mia specie era quasi impossibile morire.
“La scorsa primavera quando James ti ha quasi uccisa avevo pensato, nel caso tu non ce l'avessi fatta, di andare in Italia e scatenare l'ira dei Volturi, ti ricordi, te ne parlai la prima volta che ti portai a casa mia, nello studio di mio padre, quando mi chiedesti chi fossero I personaggi rappresentati in un quadro in cui figurava anche Carslile”.
 "Loro rappresentano la nostra specie... sono una sorta di famiglia regnante per noi, ci sono leggi a cui dobbiamo assolutamente sottostare, nel caso contrario si andrebbe incontro alla morte".
Al solo ricordo di quello che le dissi in quella occasione il suo viso si fece bianco come un lenzuolo, e pretese che le promettessi di non pensare mai più ad una cosa simile.
Non glielo potevo promettere, era troppo importante per me, lei era l'unica ragione per cui valesse la pena vivere.
 Anche lei sicuramente stava pensando che non avrebbe voluto vivere senza di me, ma per lei era diverso, non era un mostro come me, lei aveva un'anima e non doveva pensare di distruggerla per niente e nessuno.
Comunque non l' avrei messa mai più in pericolo e quindi non ci sarebbe stato bisogno di arrivare a tanto.
 Per fortuna arrivò suo padre ad interrompere quella conversazione, le presi la mano, consapevole del fatto che lui non apprezzava che le stessi troppo vicino, (come commiserarlo visto in che condizioni l'avevo riportata a casa la primavera scorsa dopo l'incontro con James) e andammo ad aspettarlo in cucina. 

Li guardavo mangiare, mentre io me ne stavo seduto su uno sgabello. Ormai Charlie non faceva neanche più caso al fatto che io non mangiassi con loro, chiacchierammo del più e del meno per un po, poi Bella domandò titubante il permesso di venire alla festa, sperando forse in un suo rifiuto, ma, contrariamente a quello che pensava di me, suo padre, adorava mia sorella, quindi acconsentì di buon grado.
 Le lanciò anzi la macchina fotografica che le aveva regalato quella mattina dicendole di scattare tante foto.
 La macchina volò in aria e lei... sbagliò la presa, fortuna che c'ero io a raccoglierla un secondo prima che toccasse il pavimento. Per accontentare Charlie, iniziò a scattare qualche fotografia di prova, poi gli dette un bacio sulla guancia e lo salutò.
 La presi per mano e ci dirigemmo verso il pick-up, aprii la portiera del passeggero convinto di dover litigare con lei per la guida ma per fortuna si accomodò all'interno dell'abitacolo senza protestare.. quasi stentai a crederci!
 Misi in moto sferragliando e mi diressi a passo di lumaca fuori città... se solo mi avesse permesso di comprarle un'auto nuova... prima o poi l'avrebbe lasciata in panne, non si rendeva conto del rumore incredibile che faceva? Sembrava un macinino da caffè e poi proprio non voleva saperne di aumentare la velocità, di questo passo saremmo arrivati l'indomani mattina.
 Provai a convincerla ad accettare come mio regalo un auto nuova, ma rifiutò, neanche a parlarne... non riuscivo proprio a capire questa sua ostinazione a voler rifiutare i regali da me.
 Disse che c'era solo una cosa che avrebbe desiderato come regalo da me, sapevo a cosa stava alludendo... ma non avrei mai messo fine alla sua vita... non l'avrei mai privata della sua anima solo per la paura che un giorno potessi perderla... ne avevamo già parlato molte volte... non l'avrei mai trasformata in un mostro come me.
Forse era meglio cambiare argomento.
”Ti prego di essere gentile con la mia famiglia questa sera, l'ultimo di noi a festeggiare un compleanno è stato Emmet nel 1935”.
“cercherò di fare del mio meglio” mi disse rassegnata, più che andare ad una festa sembrava che stesse andando ad una esecuzione.