Finalmente il gran giorno era arrivato, Bella compiva 18 anni, non vedevo l’ora di rivederla, quella notte, contrariamente al solito, non l’avevo passata con lei, ero andato a cacciare insieme ai miei fratelli, ero sempre in ansia quando non le stavo vicino... aveva una straordinaria capacità nel mettersi nei guai.
La stavo aspettando nel parcheggio della scuola, c’era anche Alice con me, non stava più nella pelle dall’eccitazione, pensava in continuazione alla festa che le stava organizzando... avrebbe dovuto vederla... saltellava da un piede all'altro, non riusciva a stare ferma un momento, quando faceva così provavo l'istinto di strozzarla.
Tra le mani stringeva un pacchetto per Bella, non mi aveva dato ascolto, nonostante le avessi detto mille volte che non desiderava festeggiare lei aveva fatto di testa sua.. adoravo mia sorella, con lei avevo un rapporto speciale, non c'era bisogno di parlare tra di noi, bastava uno sguardo.. ma certe volte era insopportabilmente testarda!... non conosceva il significato della parola no.
Il pick-up di Bella arrancava sulla strada bagnata che porta a scuola, sentivo lo sferragliare del motore, ancora pochi secondi e finalmente avrei potuto stringerla a me, non riuscivo a capacitarmi di come potevo aver vissuto un'intera esistenza senza lei... da quando avevo visto il suo viso per la prima volta non ero più stato lo stesso uomo di prima, era come se mi fosse stato fatto il lavaggio del cervello.
Una volta passavo molto tempo a caccia, mi divertivo, più la preda era difficile e più stimolava la mia brama per il suo sangue.
Da quando l'avevo conosciuta stavo via il minimo indispensabile, mi nutrivo del primo animale che mi capitava sotto tiro e poi tornavo correndo da lei, con grande disapprovazione dei miei fratelli che ormai evitavano di chiedermi di andare con loro per non rovinarsi il piacere.
Parcheggiò il furgoncino e voltandosi ci scorse, mi guardava con gli occhi sbarrati per la sorpresa come se fossi la cosa più bella di questo mondo. Pensai che non mi sarei mai abituato a quei suoi sguardi.
Alice le corse incontro urlando... “ciao Bella, Buon compleanno!”. Le fece segno di tacere, ma lei la ignorò e le chiese impaziente “il mio regalo lo apri adesso o più tardi?” “niente regali!” le sentii dire borbottando, poi mi lanciò un’occhiataccia, io non avevo nessuna colpa, lo sapeva anche lei che alla mia sorellina non si poteva assolutamente nascondere nulla.
Le raggiunsi e presi la sua mano stringendo dolcemente le sue dita le intrecciai alle mie mentre con la mano libera sfiorai i tratti del suo volto “quindi, come stabilito, ho il divieto di augurarti buon compleanno, ho inteso bene?”
“Hai inteso benissimo”
Avrebbe dovuto essere felice quello era un giorno importante per lei, ogni altra persona al suo posto avrebbe fatto salti di gioia ma lei no anzi, non riuscivo proprio a capire questo suo atteggiamento... quanto la invidiavo in quel momento! non immaginava che fortuna era crescere ed invecchiare insieme alle persone che amava. Io sarei rimasto intrappolato per sempre nel mio corpo di diciassettenne, non avrei potuto mai fare con lei quello che qualsiasi uomo farebbe con la sua amata perché avrei rischiato di ucciderla.
Ogni tanto mi ritrovavo a pensare a come sarebbero stati nostri figli se solo fossi stato “normale” ma non avrei mai potuto conoscere la gioia di diventare padre. Lei non poteva capire che frustrazione fosse per me starle vicino senza poterla amare come avrei voluto.
Salutammo Alice che continuava ad insistere sulla festa, e ci dirigemmo alla nostra aula, quell'anno ero riuscito ad ottenere di frequentare i suoi stessi corsi, così da poter stare sempre con lei, non volevo che Mike Newton continuasse a ronzarle attorno, si era persino sistemato i capelli come me pur di farsi notare da lei... ma lei era mia!
Le ore di lezione non passavano più... quante volte avevo già ascoltato quelle stesse cose e quanto ne sapevo più dei professori stessi, avere sempre la stessa età però poteva essere anche vantaggioso sotto certi aspetti... mentre il professore spiegava io mi potevo perdere nei miei pensieri.
Durante l’intervallo raggiungemmo Alice nella sala della mensa e ci sedemmo in fondo al solito tavolo, ora che i miei fratelli più grandi non frequentavano più la scuola gli altri studenti si sentivano meno minacciati dalla nostra presenza ed io e mia sorella riuscivamo a star seduti allo stesso tavolo degli altri suoi amici anche se un po’ distanziati da loro. Sapevo quanto la irritava il loro modo di fare nei nostri confronti ma era una reazione normale, solo lei non aveva mai compreso il pericolo che correva continuando a frequentarci... non volevo che se la prendesse... a me andava benissimo così.. L’importante era poter restare vicino a lei, degli altri non mi importava nulla.
Alice continuava a parlare a raffica della festa che stava organizzando mentre lei mi guardava con aria supplicante, ma sapeva benissimo che quando mia sorella si metteva in testa una cosa non c’era niente e nessuno che potesse fermarla, era come un vulcano in piena eruzione.
Aveva persino parlato con la signora Newton per farle cambiare il turno al negozio di articoli sportivi dove lavorava, che frustrazione era per me vederla lavorare al fianco di quel verme di Mike, quel tipo proprio non lo sopportavo.
Se solo avesse accettato i miei soldi non avrebbe avuto bisogno di lavorare e avremmo potuto passare insieme anche quei momenti ma lei non ne aveva mai voluto sapere... se solo fossi riuscito a leggere quello che passava nella sua mente... perché tra tutta la gente su questa terra proprio lei doveva essere immune ai miei poteri? stavo ancora rimuginando nei miei pensieri quando udii il suono della campanella, per quel giorno le lezioni erano finite.
Radunai in fretta i miei libri ed uscimmo dall'edificio.
Dovemmo prendere il suo vecchio Chevy per andare a casa sua, la mia auto era servita ad Alice, volevo guidare io ma lei non ne aveva voluto sapere, non aveva parlato per tutta la strada, salvo qualche battuta sprezzante, mi faceva sorridere quando si comportava così, sembrava una bambina capricciosa. Non riuscivo proprio a capire che le stava succedendo!
Attirai il suo viso verso di me e la baciai. Le sue labbra erano sulle mie, il bruciore della mia gola aumentava sempre di più, nonostante mi fossi nutrito da poco, la baciai e bruciai.. ed era giusto che fosse così, avevo osato quello che nessun membro della mia specie aveva osato mai, mi ero innamorato di una fragile umana, ero letteralmente affogato nel mare dei suoi dolcissimi occhi scuri.
Il suo cuore come un uccellino impazzito, sembrava volesse schizzare fuori dal suo corpo... Dovevo allontanare le mie labbra dalle sue, dovevo concedere una tregua al martellare del suo cuore e soprattutto alla mia gola in fiamme.
Nonostante tutto l'amore che provavo per lei la brama del suo sangue era sempre troppo forte, avrei voluto poterla baciare all'infinito, ma sapevo che prima o poi avrei potuto perdere il controllo.. credevo che col tempo il desiderio che provavo nei confronti del suo sangue si sarebbe attenuato, invece ogni volta che mi avvicinavo a lei dovevo combattere una grande battaglia con la metà oscura di me stesso per evitare di ucciderla.
Che razza di animale poteva desiderare di uccidere l'oggetto del suo amore? Solo il mostro che era in me.
Aveva voluto fermarsi a casa per vedere Giulietta e Romeo, ormai doveva saperlo a memoria ma quel giorno era la sua festa ed io non riuscivo a negarle nulla quindi mi sedetti sul divano e la guardai mentre inseriva il disco nel lettore dvd, poi venne a sedersi vicino a me, la coprii col plaid per isolarla dal gelo del mio corpo ed iniziammo a vedere il film.
L' avvolsi stretta tra le mie braccia ed iniziai a baciarle i capelli, sentivo i battiti del suo cuore accelerare ogni volta che le mie labbra la sfioravano... quanto mi piaceva la reazione del suo corpo ad ogni mio tocco... iniziò a lamentarsi che così facendo la distraevo, allora iniziai a sussurrarle all’orecchio le battute di Romeo, ben sapendo che questo non faceva che peggiorare le cose, ma sentii finalmente il suo corpo rilassarsi contro il mio.
Non mi stava particolarmente simpatico quel Romeo... come faceva a dirsi innamorato di una persona e 10 minuti dopo morire d'amore per un altra? Come dimentica in fretta la mente umana!
Il film stava per terminare, Romeo diede un ultimo bacio a Giulietta, ignaro che stesse solo dormendo, poi inghiottì la pozione di veleno, acquistato quando venne a sapere della morte della sua amata.... pronunciò poche frasi e morì...
“in un certo senso lo invidio!” borbottai tra me e me
“in effetti lei è molto carina”
Come facevano a venirle in mente simili assurdità! ancora non si rendeva conto che per me non esisteva nessuna altra donna all'infuori di lei?
“non gli invidio affatto la ragazza bensì il suo essere mortale, il fatto che gli basti inghiottire una semplice fiala di veleno per porre fine alle sue sofferenze”
Come avrei voluto avere la sua stessa possibilità, per i membri della mia specie era quasi impossibile morire.
“La scorsa primavera quando James ti ha quasi uccisa avevo pensato, nel caso tu non ce l'avessi fatta, di andare in Italia e scatenare l'ira dei Volturi, ti ricordi, te ne parlai la prima volta che ti portai a casa mia, nello studio di mio padre, quando mi chiedesti chi fossero I personaggi rappresentati in un quadro in cui figurava anche Carslile”.
"Loro rappresentano la nostra specie... sono una sorta di famiglia regnante per noi, ci sono leggi a cui dobbiamo assolutamente sottostare, nel caso contrario si andrebbe incontro alla morte".
Al solo ricordo di quello che le dissi in quella occasione il suo viso si fece bianco come un lenzuolo, e pretese che le promettessi di non pensare mai più ad una cosa simile.
Non glielo potevo promettere, era troppo importante per me, lei era l'unica ragione per cui valesse la pena vivere.
Anche lei sicuramente stava pensando che non avrebbe voluto vivere senza di me, ma per lei era diverso, non era un mostro come me, lei aveva un'anima e non doveva pensare di distruggerla per niente e nessuno.
Comunque non l' avrei messa mai più in pericolo e quindi non ci sarebbe stato bisogno di arrivare a tanto.
Per fortuna arrivò suo padre ad interrompere quella conversazione, le presi la mano, consapevole del fatto che lui non apprezzava che le stessi troppo vicino, (come commiserarlo visto in che condizioni l'avevo riportata a casa la primavera scorsa dopo l'incontro con James) e andammo ad aspettarlo in cucina.
Li guardavo mangiare, mentre io me ne stavo seduto su uno sgabello. Ormai Charlie non faceva neanche più caso al fatto che io non mangiassi con loro, chiacchierammo del più e del meno per un po, poi Bella domandò titubante il permesso di venire alla festa, sperando forse in un suo rifiuto, ma, contrariamente a quello che pensava di me, suo padre, adorava mia sorella, quindi acconsentì di buon grado.
Le lanciò anzi la macchina fotografica che le aveva regalato quella mattina dicendole di scattare tante foto.
La macchina volò in aria e lei... sbagliò la presa, fortuna che c'ero io a raccoglierla un secondo prima che toccasse il pavimento. Per accontentare Charlie, iniziò a scattare qualche fotografia di prova, poi gli dette un bacio sulla guancia e lo salutò.
La presi per mano e ci dirigemmo verso il pick-up, aprii la portiera del passeggero convinto di dover litigare con lei per la guida ma per fortuna si accomodò all'interno dell'abitacolo senza protestare.. quasi stentai a crederci!
Misi in moto sferragliando e mi diressi a passo di lumaca fuori città... se solo mi avesse permesso di comprarle un'auto nuova... prima o poi l'avrebbe lasciata in panne, non si rendeva conto del rumore incredibile che faceva? Sembrava un macinino da caffè e poi proprio non voleva saperne di aumentare la velocità, di questo passo saremmo arrivati l'indomani mattina.
Provai a convincerla ad accettare come mio regalo un auto nuova, ma rifiutò, neanche a parlarne... non riuscivo proprio a capire questa sua ostinazione a voler rifiutare i regali da me.
Disse che c'era solo una cosa che avrebbe desiderato come regalo da me, sapevo a cosa stava alludendo... ma non avrei mai messo fine alla sua vita... non l'avrei mai privata della sua anima solo per la paura che un giorno potessi perderla... ne avevamo già parlato molte volte... non l'avrei mai trasformata in un mostro come me.
Forse era meglio cambiare argomento.
”Ti prego di essere gentile con la mia famiglia questa sera, l'ultimo di noi a festeggiare un compleanno è stato Emmet nel 1935”.
“cercherò di fare del mio meglio” mi disse rassegnata, più che andare ad una festa sembrava che stesse andando ad una esecuzione.
e qui si apre un nuovo mondo.....fatto bene baby...sfruttare tuttoooo...ed e' bellissimooo
RispondiEliminaOhhh..questo non avevo mai avuto occasione di leggerlo...braaaaavaaaaaa....beautiful!!!
RispondiEliminaGrazie... sai Trilly penso che non l'abbia mai letto nessuno anche se è dalla scorsa estate che era pubblicato sul gruppo, mi faceva pena poverello ed ho deciso di fargli un blog tutto suo.. in fondo è come il primo figlio per me. Tutto è iniziato da qui!!!
RispondiEliminaOttimo - ottimo continua
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